martedì, novembre 01, 2005

 

In memoria di Theo van Gogh


Theo era un regista olandese. Fu ammazzato il 2 novembre 2004. Non era una celebrità al di fuori dell'Olanda. Nel suo paese, invece, era un personaggio "discusso". Amava le provocazioni e si era procurato parecchi nemici.
E’ morto sotto i colpi di un fervente fedele islamico che non accettava lo stile blasfemo del suo film “Submission”, una denuncia della violenza perpetrata a danno delle mogli e delle figlie in osservanza ad una interpretazione fanatica del Corano.

Theo aveva osato rappresentare una donna seminuda con i versetti del Corano scritti sulla pelle. Una grave offesa per tutti i musulmani.
Molti hanno sostenuto che questo assassinio è da condannare, però è sbagliato provocare, offendere il sentimento religioso. Altri hanno aggiunto che alla base di questi atti c'è il risentimento di un Popolo che ha subito il dominio coloniale ed ora è sfruttato dal capitalismo occidentale e dalle aggressioni sioniste. Altri hanno semplicemente detto "se l'è cercata". Sono opinioni, che riflettono le diverse visioni del mondo e sono soggettive e discutibili. Anche quella di Theo era un’opinione, ma, oggettivamente e indiscutibilmente, lui è stato ammazzato.

Nello stesso tempo, nei nostri paesi, ci guardiamo bene dal manifestare uguale intolleranza verso le manifestazioni "blasfeme" nei confronti della religione cristiana. Vi propongo alcuni recenti esempi di varia rilevanza, i quali, fortunatamente, non hanno provocato né morti né feriti:

La nota opera "Piss Christ" (Andres Serrano, USA, 1987) una immagine di Cristo in Croce immersa nell'urina dell'artista. L'opera è riprodotta in numero limitato ed ha una valutazione intorno ai 100.000 dollari.

Il best seller “Il Codice da Vinci” di Dan Brown, appassionante thriller, basato sull’ipotesi che la Chiesa Cristiana nasconda con il delitto e la menzogna la verità di un Cristo non “divino” bensì “umano” con prole.

La dissacratoria copertina del settimanale “Il Diario”, che ritrae la Madonna assimilando l’Immacolata Concezione ad una “fecondazione eterologa”.

La campagna pubblicitaria per i 10 anni della Playstation Sony: un ragazzo con una corona di spine e lo slogan “dieci anni di Passione”.





Le esilaranti vignette che Vauro pubblica sul Manifesto ogni qual volta Ruini o Ratzinger fanno ingerenza in politica.




Ognuno di questi "messaggi" avrebbe scatenato una caccia all'uomo, se fosse stato rivolto ai simboli dell'Islam. Infatti “Submission” non è neanche proiettato in sala per timore delle reazioni violente che potrebbe provocare. Questo lo ha deciso una minoranza di fanatici.

Non è tollerato neanche l'impegno civile: la sceneggiatrice di van Gogh Ayaan Hirsi Ali (autrice di varie denunce delle situazione delle donne musulmane) è costretta a vivere sotto scorta. Come il giornalista Magdi Allam che, con serietà professionale, ci informa sul fanatismo di una parte della comunità islamica italiana.

Ma quei “fanatici religiosi” sono solo schegge impazzite? Sono condannati severamente dai loro correligionari in Europa e nel Mondo? Il monopolio di questi dubbi, salvo qualche eccezione, è ancora lasciato alla destra, in particolare a quella più agitata.

La sinistra perde lucidità e diventa impotente quando ci sono di mezzo le minoranze extracomunitarie, in particolare quelle islamiche. Scatta erroneamente il riflesso condizionato che la porta a schierarsi sempre dalla parte degli oppressi. L’errore sta nel fatto che, in questo caso, gli oppressi e minacciati siamo noi, o meglio, i nostri valori democratici e libertari.


Chi vuole essere duro e intransigente nei confronti del fanatismo islamico non è necessariamente un teorico del “meticciato” e dello "scontro di civiltà".
Basterebbe essere dei convinti difensori degli ideali di libertà e tolleranza sanciti dalla nostra Costituzione.

E' proprio grazie a questi ideali che le comunità di migranti possono partecipare operosamente allo sviluppo del nostro paese.
Theo van Gogh è diventato, suo malgrado, il simbolo della debolezza del modello multiculturale.
Ci ha fatto capire che non dobbiamo limitarci a predicare solidarietà e tolleranza, perchè accanto alla sofferenza patita dai nostri migranti è cresciuto un potere occulto e illegale, in grado di comminare la pena di morte agli "apostati" ed ai "blasfemi".
Insieme a tanta brava gente disposta a vivere pacificamente importiamo usi e costumi tribali che non dobbiamo avere timore di definire "barbarici" come le mutilazioni genitali femminili (5000 casi all'anno in Italia).
Mentre condanniamo l'ingerenza nella Chiesa Cattolica nella politica, non ci domandiamo cosa avviene agli adolescenti ed ai bambini indottrinati nelle moschee italiane. E all'improvviso scopriamo che si organizzano attentati che seminano morte e paura. E non sappiamo fare di meglio che dare la colpa a noi stessi.

Forse Theo van Gogh non era una persona simpatica, ma gli sarò sempre riconoscente per avermi aiutato ad aprire gli occhi.


I MIGLIORI LINKS

La notizia dell'uccisione:
- sintetica. dal Corriere della sera
- approfondita. dal Foglio

La "fortuna" del film da Radio Radicale l'articolo presenta, sullo stesso tema, link a testi di: Michele Serra (la Repubblica), Magdi Allam (Corriere della Sera), Maurizio Porro (Corriere della Sera), Massimo Gramellini (La Stampa).

Il film da scaricare da www.ifilm.com (skip adv).

La trascrizione in italiano del testo di "Submission" da Radio Radicale.

Il diario del killer di Van Gogh «Vi ucciderò, come Al Zarkawi»di Marco Imarisio dal Corriere della Sera.


COMMENTI SULLA STAMPA DI SINISTRA

La stampa di sinistra non è stata scorretta nel trattare il caso, ma non gli ha dato l' enfasi che meritava. Notizie e commenti sono stati quasi sempre relegati all'interno dei quotidiani.

Emerge quasi sempre la preoccupazione di non "dare addosso agli immigrati", di non insistere con il tema del fanatismo politico e religioso di matrice islamica, accentuando piuttosto il timore di una recrudescenza di fenomeni xenofobi.

Per questo si abbonda, nel descrivere la figura del regista, di aggettivi quali: "discusso", "provocatore" nel tentativo di diminuire la gravità del fatto che invece resta un omicidio ed una violazione della libertà di espressione senza alcuna attenuante.

Alcuni esempi:

Un articolo di Tahar Ben Jelloun su "L'Espresso". Per l'autore le (modeste) reazioni xenofobe successive al delitto appaiono più preoccupanti del fenomeno del fanatismo.

Stessa preoccupazione è presente nell'intervista di Guido Caldiron che incalza il prof. Piero Ignazi su "Liberazione". Chiede l'intervistatore: "L'Olanda finisce così per assomigliare sempre più al resto dell'Europa, attraversata da forti correnti populiste anti-immigrati?"

Idem in un esauriente articolo del "Manifesto-Le Monde Diplomatique" dove si sostiene che "il dibattito che si è sviluppato rischia di presentare gli immigrati come fattori di guai e di instabilità e non come le vittime di un sistema sociale ingiusto". L'avanzato e tollerante sistema olandese sarebbe "ingiusto"!?

Un articolo sul sito di Rifondazione Comunista, dove, dopo l'omicidio e lo scontro a fuoco che ha portato all'arresto di alcuni "presunti" estremisti islamici, si inizia timidamente ad ipotizzare che nella cominità islamica della pacifica Olanda "pare si annidino sacche radicali"

Un articolo dal Manifesto, dove, curiosamente, il delitto Van Gogh è definito "una cosa d'altri tempi", quasi come se si trattasse di un duello all'arma bianca.


ALTRE INFORMAZIONI

Le mutilazioni genitali femminili derivano da tradizioni tribali pre-islamiche e non sono giustificate da precetti del Corano. Ciò nonostante, queste pratiche sono presenti, in massima parte, presso popolazioni di religione musulmana

Alcuni articoli sulle mutilazioni genitali femminili (infibulazione, escissione).


Qualità Sociale Periodico d'informazione dell'Assessorato alle Politiche sociali della Regione Emilia Romagna
"Un operatore sanitario su quattro in Emilia Romagna ha affermato di aver avuto in cura pazienti con mutilazioni genitali femminili".

RAI NEWS 12/2/2003
"Infibulazione, problema anche italiano, 40 mila donne hanno subito mutilazioni sessuali".

Prima Pagina – Quotidiano telematico della Regione Toscana
"A Careggi si rivolgono tra le 400 e le 500 donne all’anno a causa di complicazioni dovute alle mutilazioni genitali."

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